La battaglia in corso in Parlamento sui farmaci generici, con le lobby schierate a difesa dei vari (e legittimi) interessi di categoria (industrie, farmacisti, distributori), è decisiva sia per contenere la spesa pubblica sia per capire come in Italia sia possibile evitare sprechi ormai insostenibili.
I dati parlano chiaro. A fronte di una spesa per i farmaci del Servizio sanitario pari a 12,387 miliardi di euro, solo il 15 per cento delle medicine consumate sono generiche. In Germania la quota di mercato dei generici è al 67 per cento, in Gran Bretagna all’83 per cento, negli Stati Uniti al 75 per cento: stiamo parlando di paesi a forte vocazione industriale, con la presenza di grandi multinazionali del farmaco, e con economie di mercato molto spinte. Dunque,la nostra anomalia è frutto solo di ombre corporative e di una politica troppo debole che si è sempre inginocchiata di fronte agli interessi delle imprese farmaceutiche e dei farmacisti.
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